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I vini delle Cinque Terre


cinque terre uvaSi dice Cinque Terre, si pensa ai vini. E' una delle associazioni più frequenti nella mente di turisti e visitatori di questo territorio perchè i vini delle Cinque Terre rappresentano uno dei prodotti più rinomati e ricercati, ricavati dai verticali pendii sui celebri terrazzamenti dalle abili mani di vinaioli eroici.

 

vigneti cinque terreDella bontà dei vini delle Cinque Terre se ne erano già accorti Boccaccio e Petrarca che così scrivevano: "Allora in una tovaglia bianchissima gli portò due fette di pane arrostito e un gran bicchiere di vernaccia di Corniglia", poche righe in cui Boccaccio, nel Decamerone, racconta come il bandito Ghino di Tacco fece bere ad un suo prigioniero un bel bicchiere di vernaccia di Corniglia. "Da qui vigneti illuminati dall'occhio benevolo del sole e dilettissimi a Bacco si affacciano su Monte Rosso e sui gioghi di Corniglia, ovunque celebrati per il loro dolce vino" scrive Petrarca, nel poema Africa, a proposito del vino di Monterosso.

vini cinque terreE ancora: il bottigliere di papa Paolo III Farnese (1534-1549), che era solito bere "vino che viene dalla riviera di Genova, et il meglio è di una terra detta Monterosso" riportava: "Tali vini non sono da bere a tutto pasto...Di tale vino Sua santità nono beveva, ma alcuna volta alla gran tramontane faceva la zuppa, ovvero alla stagione del fico buono, mangiatolo mondo et inzuccherato, gli beveva sopra di tale vino, massime del dolce et amabile et diceva essere gran nodrimento alli vecchi." La moglie del pittore svizzero A. Bocklin (1827-1901) narrava: "Egli andava volentieri a passeggio nella strada da San Terenzo a Lerici, chè nella piccola città vi era una affumicata osteria di marinai, dove egli entrava volentieri, sia per fare studi, sia per il vino delle Cinque Terre, un vino bianco assai forte che gli piaceva molto".

Ma la coltivazione della vite alle Cinque Terre è una attività molto più antica. La vite compare nell'area mediterranea e in Liguria, intorno alla fine del IV millenno a.C. Nella parte orientale del Mediterraneo abbiamo tracce di commercio del vino intorno al 2.400 a.C. e alle Cinque Terre il vino ha sempre rappresentato la fonte principale che alimentava il baratto, i commerci marittimi e il sostentamento degli abitanti dei borghi. Nel corso dei secoli, la coltivazione della vite si è affinata, ha carpito i segreti della natura, ha saputo sfruttare gli elementi naturali del posto a vantaggio della produzione, ottenendo vini dalla bontà sempre più ricca e corposa.

Questi elementi naturali sono il vento, tanto, il sole e l'acqua, poca. Le viti non vengono coltivate a parete, ma sdraiate, all'altezza massima di un metro, più spesso di 50 cm dal suolo; le piante sono protette dai venti tramite i celebri muretti a secco, che, oltre a proteggere, riflettono il sole favorendo la maturazione dell'uva, creano spazio e contengono il terreno. In un ambiente così ostico e verticale, qui la viticultura è definita eroica: si vendemmia in ginocchio e poi si trasportano le ceste per migliaia di scalini (solo recentemente tramite trenini) rendendo ogni bicchiere di vino prezioso e sudato.

vendemmia alle cinque terreÈ infatti dalla dura coltivazione che nasce lo Sciacchetrà, il vino più noto e prelibato delle Cinque Terre e il più apprezzato e ricercato. Per questo nettare liquoroso dalla storia millennaria e dal particolare retrogusto mandorlato sono scelti i grappoli migliori di Bosco soprattutto e Albarola, che poi vengono appesi in cantina dove rimangono per circa 50 giorni, e non prima del 1º novembre dell'anno di vendemmia vengono diraspati. Si selezionano i chicchi a uno a uno per realizzare un mosto molto concentrato dalla gradazione alcolica di circa 17 gradi, lasciato invecchiare fino al 1º novembre dell'anno successivo alla vendemmia. La produzione è molto piccola e per questo si è scelto di imbottigliarlo in bottiglie da 0,375 litri. Lo Sciacchetrà rappresenta quindi un regalo speciale, il vino da stappare solo per le grandi occasioni. Una curiosità: sembra che il termine Sciacchetrà sia comparso solo verso la fine dell'Ottocento, grazie al pittore macchiaiolo Telemaco Signorini, il quale, nel suo scritto di memorie "Riomaggiore", ricordando le estati trascorse nel borgo delle Cinque Terre, afferma che «in settembre, dopo la vendemmia, si stendono le migliori uve al sole per ottenere lo sciaccatras».

La maggior parte delle viti sono dei vitigni di uve a bacca bianca Bosco (60%), Albarola (20%) e Vermentino (20%) che dal 1973 sono riunite nella denominazione di origine controllata (doc) Cinque Terre. La doc Cinque Terre è un vino bianco secco da tavola, di colore giallo paglierino intenso, di cui colpisce la «mineralità» (analisi spettrografiche hanno dimostrato che il vino bianco delle Cinque Terre è particolarmente ricco di sali, che vengono depositati dai venti che soffiano dal mare).

 

cinque terre viniDalla vinificazione separata delle uve provenienti da alcune zone si ottengono i vini delle "Coste": Costa de Campu di Manarola, Costa de Sera di Riomaggiore, Costa da Posa di Volastra. Il Cinque Terre Costa de Sera è un vino DOC la cui produzione è consentita in una parte del territorio di Riomaggiore ha sapore secco, sapido e profumo intenso. Il Cinque Terre Costa de Campu è un vino DOC la cui produzione è consentita sempre in una parte del territorio di Riomaggiore e in particolare di Manarola e Volastra. Tutti i vini delle Cinque Terre doc si abbinano ottimamente ad antiparsti come le acciughe di Monterosso e insalate fredde di polpo, primi e secondi piatti di pesce e non come le trenette al pesto o i pansotti, le torte di verdure, stuzzichini con focaccia e farinata per un aperitivo a KM 0 e vanno serviti freschi tra 13 e 16 °C.

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