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Levanto, un’avventura nel paradiso della Liguria


di The Crowded Planet

La Liguria è una specie di seconda casa per me. Tutte le estati, da quando avevo nove mesi fino a quindici anni, arrivato giugno venivo caricata su un treno diretto a una località turistica del Ponente ligure, dove venivo lasciata alle cure di mia nonna mentre i miei genitori facevano la spola avanti e indietro da Milano. Ho trascorso le mie prime quindici estati a fare quello che la gente fa, in Liguria. Mangiare la focaccia, prendere i granchi tra gli scogli. Imparare a nuotare presto, perché a un paio di metri dalla riva già non si tocca più. La Liguria è casa, quindi la amo e la odio allo stesso tempo. Adoro andare in spiaggia di mattina, e fare una passeggiata in montagna nel pomeriggio. Amo il cibo e il profumo di erbe selvatiche nell’aria. Per lo più, odio la mancanza di innovazione, il fatto che molte città della regione ancora sembrano vivere i giorni d’oro della villeggiatura, e nulla è cambiato dal 1960. Levanto è in Liguria, ma è l’esatto contrario della Liguria nostalgica degli anni 60. È vivace, giovane, brillante. Non è un posto solo per bambini e vecchi, di bagni carissimi dove un pezzo floscio di focaccia costa 2 euro e 50. Non è neanche un posto che naviga l’onda del successo delle Cinque Terre, nonostante siano proprio dietro l’angolo. La gente di Levanto sembra aver capito che, in questi giorni, la gente si annoia, e vuole qualcosa di più del pacchetto spiaggia/ombrellone/lettino. Quando sono arrivata a Levanto, stavo morendo di noia. Adesso i ruoli sono invertiti – sono io che mi sto prendendo cura di mia nonna, e prima di Levanto, avevo passato una settimana nel Ponente della mia infanzia. Durante tutta la settimana con mia nonna, ho cercato qualcosa da fare. Una canoa a noleggio? Pedalò? Una passeggiata guidata per la città? Niente. Ma a Levanto, un’amante dell’avventura come me ha l’imbarazzo della scelta. Escursioni a piedi per i sentieri della costa, giri in bici, immersioni, paddle boarding, surf, giri in barca per la costa, snorkeling – ah, e si può andare in spiaggia, se proprio volete. Non avevamo idea di cosa fare a Levanto. Dopo una settimana di noia totale, volevamo qualcosa di epico. Qualcosa di emozionante e divertentissimo. Qualcosa che non avevamo mai fatto prima. Due attività, se possibile. Una in mare, e una in montagna.

E-bike

Quando ho sentito Damiano, uno dei fondatori di Ebikein, dire che ‘la bici elettrica è come andare in bicicletta, ma senza far fatica’, ho pensato quella sarebbe stata l’attività numero uno. Mi piace andare in bicicletta, ma non in salita. Inoltre, il clima era caldo e umido, e la temperatura toccava 35 gradi. Andare in bici in salita? Anche no, grazie. La zona intorno a Levanto è perfetta da esplorare in sella a una e-bike. Viaggiate verso est, e vi ritroverete sopra Monterosso e Vernazza. A ovest, e si salgono le montagne sopra Bonassola e Framura, non meno spettacolari, e con molti meno turisti. Seguendo i consigli della nostra incredibile guida Giovanna, abbiamo deciso di andare a ovest. La nostra e-bike aveva quattro possibili ‘velocità’. È facilissimo capire come funziona; man mano che la pendenza della strada (o la pigrizia) crescono, si può aumentare la potenza del motore elettrico scegliendo tra le ‘velocità’ disponibili, da ‘eco’ a ‘turbo’. Dopo pochi chilometri, stavamo percorrendo una sezione del Giro d’Italia, e non ero nemmeno sudata. Abbiamo conquistato una collina ligure dopo l’altra in sella alla nostra fidata due ruote, fino a quando l’aria profumava di pini e macchia mediterranea, il mare era una lastra turchese molto al di sotto di noi, e le case di Levanto sembravano un villaggio giocattolo. Durante il tragitto, abbiamo passato il borgo di Montaretto, dove il tempo si è fermato agli anno della lotta operaia, e la gente beve birra circondata dai ritratti di Castro e del Che alla ‘Casa del Popolo’, una delle ultime superstiti in Italia. Abbiamo concluso la giornata con una nuotata al tramonto al Porticciolo di Framura, e poi abbiamo pedalato come dei un matti sulla via del ritorno, seguendo la pista ciclabile che passa attraverso il gallerie dell’ex ferrovia Framura-Levanto.

SUP

Il giorno seguente, il piano era fare una lezione di surf ma si sa, Levanto non è Big Island, e le onde non sono arrivate. Così, abbiamo scelto di fare stand-up paddle boarding, o SUP, pensando ‘ma non sarà mica difficile!’ La nostra guida era Pippo, un ‘beach boy’ che sembrava uscito dalla California, col viso abbronzato e i capelli schiariti dal sole. Pippo ha imparato a fare surf prima di camminare (ok, forse esagero), e ha trascorso la sua infanzia esplorando calette e grotte marine ad est di Levanto, andando verso le Cinque Terre, dove saremmo andati quel pomeriggio. Ora, lasciatemi sfatare un mito. Fare SUP non è facile. Siamo tutti e due caduti in acqua decine di volte. Ad essere sinceri, tutta la prima ora della nostra gita di tre ore è stata passata in acqua, barcollando mentre cercavamo di stare in piedi, o remando seduti – che in realtà, non è molto divertente. Le grotte erano magnifiche, con un soffitto che sembrava di marmo, dove le stalattiti si stavano lentamente formando con l’azione di gocce d’acqua che colavano dal soffitto della grotta. Pippo aveva portato alcune maschere e boccagli, quindi abbiamo nuotato intorno alle grotte, cercando di schivare meduse minacciose mentre pesciolini minuscoli entravano e uscivano dalle grotte. Abbiamo anche visitato una grotta sul mare con una piccola spiaggia. Le pareti della roccia amplificavano il suono delle onde; sembrava quasi che ci fosse un mostro marino in agguato sotto i ciottoli, guardiano di un tesoro nascosto da un pirata moresco sette secoli prima. Piano piano, abbiamo imparato a stare in piedi. E finalmente abbiamo capito il fascino del SUP. In piedi sulla tavola sembra di camminare sull’acqua, seguendo una scia luminosa che porta al sole. E prima di finire, lasciatemi sfatare un altro mito. Fare SUP è duro lavoro. Dopo tre ore eravamo pieni di dolori. Le gambe erano tese dopo aver cercato di mantenere l’equilibrio per tutto il tempo, e le braccia erano indolenzite dopo aver remato a destra e sinistra. Ma ci siamo divertiti da matti. Il SUP è veramente un modo per scoprire l’ambiente costiero lentamente, al ritmo delle onde e delle proprie remate, lontano dalla folla.

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Abbiamo passato solo tre giorni a Levanto, ma avremmo potuto sicuramente rimanere più a lungo. C’erano molte altre attività che volevamo provare: immersioni al largo della costa delle Cinque Terre, surf, trekking sulle colline alla ricerca di piccoli ristoranti che servono cibo locale, lontano dal caos e dalla frenesia della costa. Forse, però, sono le piccole cose che hanno reso il nostro soggiorno a Levanto così speciale. Il sorriso delle ragazze che ci servivano focaccia per il pranzo. Bere vino con gli amici in una delle strade del centro storico. Il modo in cui i colori cambiavano, mentre il sole tramonta lentamente verso il mare – non ci sono molti posti in cui questo accade, in Liguria. Se volete seguire i nostri amici di The Crowded Planet, leggete anche il loro articolo cliccando qui 

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